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NON TUTTI SANNO – Rubrica del Dott. PALIOTTA – n. 4 (Agosto 2012)

NON TUTTI SANNO (4) – 2^ Settimana Agosto 2012

Pennichella hi-tech alla giapponese. Per decenni giudicata un’offesa alla produttività, in realtà la siesta apparterrebbe alla storia del Giappone: già nell’antichità gli agricoltori si concedevano una pausa al pomeriggio, abitudine che si diffuse poi con l’arrivo dei missionari spagnoli. Viva la pennichella, dunque, ma non più di 15 minuti. I giapponesi lo fanno a modo loro: con i minuti contati, perché dopo si deve tornare a lavorare fino a notte, più efficienti di prima. Aziende come la Toyota a Tokyo abbassano le luci per agevolare la pennica e persino una scuola superiore di Fukuoka ha incoraggiato gli studenti a posare la testa sul cuscino. Non solo: nelle metropoli sorgono club e saloni che offrono ai clienti soste di 15-20 minuti in poltrone-letto a un prezzo equivalente a 4 euro. La siesta giapponese è calcolata al minuto: abbastanza per rigenerare fisico e mente, senza però infiacchirli. Scientifici e tecnologici, questi giapponesi: sonnecchiano non per il gusto di farlo ma per ricaricare le pile. Uomini e telefonini?

 

Un gigantesco fiore costruito in acciaio e plastica, con cinque petali che producono aria fresca e suoni rilassanti: acqua che scorre e uccellini che cinguettano. E’ l’ultima, futuristica trovata londinese per soccorrere pedoni e turisti durante i mesi estivi: la struttura, che si trova nella zona di Clerkenwell ed è già stata ribattezzata “L’oasi di Londra”, è alta 12 metri ed è eco-compatibile, cioè si alimenta con fonti di energia rinnovabile quali sole, aria e acqua. Gli orari di apertura? Facili da ricordare: proprio come in natura, il fiore si schiude la mattina e si richiude la sera, cambiando colore a seconda del degradare della luce del sole!

 

Biciclette in Sri Lanka. Dai depositi impolverati del comune di Firenze alle spiagge assolate dello Sri Lanka. E’ il viaggio che 166 biciclette abbandonate nel capoluogo toscano, recuperate e rimesse in sesto dai vigili, compiranno nei prossimi giorni, alla volta delle zone colpite dallo tsunami. Là serviranno agli abitanti dei piccoli paesi, privi di ogni mezzo di trasporto, per andare a scuola o in città a comprare cibo e medicine. Loro, questo è certo, non le dimenticheranno a qualche angolo della strada…

 

L’ultima novità televisiva dell’estate 2006 potrebbe riguardare i neonati. I produttori di tv hanno deciso di reclutare proprio tra i bebé, da zero a 24 mesi, i telespettatori di domani, riservando ai piccolini un canale satellitare tutto per loro. La baby-tv satellitare potrebbe arrivare in Italia nelle prossime settimane direttamente dall’America. Con trasmissioni 24 ore su 24, il canale promette ninne nanne, storie, canzoni e abbecedari animati realizzati su misura per bimbi piccolissimi: una specie di pre-scuola televisiva da seguire dalla culla. Così il bambino impara tante cose prima ancora di parlare. Un’idea davvero bizzarra bombardare con milioni di immagini e suoni chi avrebbe invece bisogno di tranquillità, voci, tenerezze e giochi familiari. Ma la tv furbetta sa che il suo pubblico va stregato al più presto possibile. E si insinua tra un biberon e l’altro.

 

Il pranzo dei batteri. E chi l’ha detto che i batteri fanno sempre male? Non tutti i microbi sono tesserini orribili e cattivi. E’ vero, magari non sono carini ma alcuni sono davvero altruisti, come quelli chiamati pseudomonas stutzeri.  Hanno un nome impossibile da pronunciare ma in compenso sono particolarmente utili. Il loro prezioso aiuto è richiesto nel restauro degli affreschi, perché si nutrono di muffe e affini: in pratica si pappano quelle sostanze che aggrediscono e danneggiano i dipinti. E infatti per farli funzionare al meglio vengono tenuti a stecchetto per un po’ di tempo, poi, affamati come non mai, vengono distribuiti con speciali impacchi sulla superficie da ripulire. Il risultato è assicurato e accontenta proprio tutti, batteri compresi.

 

Leonardo uno e due. Quasi svenivano gli storici dell’arte della National Gallery di Londra, il più importante museo inglese, quando hanno messo la celebre “Vergine delle rocce” di Leonardo davanti a un apparecchio per la riflettografia all’infrarosso (una tecnica che permette di fotografare il disegno sotto la tela dipinta) e si sono visti comparire, disegnata sotto la testa della Madonna, una mano che non ci doveva essere! Increduli hanno inquadrato altre zone e si sono resi conto che Leonardo aveva cominciato a disegnare sulla tela un’immagine della Madonna mentre adorava Gesù Bambino, ma aveva cambiato poi completamente idea, disegnando e dipingendo il quadro che oggi vediamo. La scoperta ha fatto il giro del mondo ma ha suscitato anche tante domande, una in particolare: perché Leonardo ha cominciato in un modo e poi ha cambiato tutto? La questione non è così semplice, anche perché esistono due versioni della Vergine delle Rocce, molto simili tra loro ma non identiche: la prima è conservata al Louvre di Parigi, la seconda è quella di Londra. Leonardo le aveva dipinte per la chiesa di San Francesco a Milano, oggi distrutta: la prima l’aveva però venduta ad un cliente privato e aveva poi realizzato una seconda copia (quella di Londra) che venne posta, questa sì, sull’altare.

 

Capolavori, la scienza vi rifà belli. Raggi laser, onde acustiche, scanner all’infrarosso, risonanze magnetiche, fluorescenza X e ultravioletti. Non, non sono il futuristico equipaggiamento di una navicella spaziale, ma gli strumenti utilizzati dai restauratori per curare e riportare alla bellezza di un tempo le opere d’arte. E come negli ospedali i medici usano macchine complicatissime, così questi medici delle opere d’arte utilizzano sistemi che sembrano fantascientifici, ma sono pura realtà. Un grande merito è degli scienziati del CNR, che li ha presentati recentemente. Con le onde acustiche, cioè le onde sonore, è possibile trovare i punti dove la pittura si è staccata dalla tela o dal muro, anche se sono invisibili a occhio nudo. Oppure, incredibile ma vero, con gli scanner all’infrarosso si può vedere sotto la superficie di un dipinto. E per eliminare lo sporco? C’è un laser capace di rimuoverlo con precisione e delicatezza senza toccare le parti sottostanti. Altri esami permettono infine di capire che età hanno i materiali utilizzati in un’opera d’arte e di riconoscere gli imbrogli. Brutti tempi dunque per i falsari!

 

In Italia comanda il portafoglio. Curricula chilometrici, studi eccellenti e impegno costante servono a poco, per 6 italiani su 10. Ciò che conta per arrivare ai piani alti di uffici e società, infatti, è ben altro: le risorse economiche di cui si dispone (23%), le relazioni politiche (23%) e quelle personali (8%). A mettere nero su bianco è stato il Censis nell’indagine “Oligarchie e ceti deboli”. Ma per fortuna c’è chi ancora crede (39%) che chi se lo merita davvero va avanti comunque. Come? Con le armi più tradizionali: preparazione e competenza professionali, grinta e determinazione. Scopo dell’indagine era anche quello di capire chi comanda davvero il Paese. A contendersi il primato sono le élite economiche-finanziarie e quelle partitiche, mentre un gradino più in basso sono i giornalisti ed i magistrati per finire con i tecnici e i grandi esperti (votati solo dal 2,1% degli italiani). Quindi, a quanto pare, tutto torna: a comandare la società italiana non sono i cervelli. Ciò, conclude il Censis, testimonierebbe la “percezione diffusa del carattere tutt’altro che meritocratico della mobilità verticale negli assetti di potere”. Se poi a tutto questo si aggiunge l’”abbassamento della mobilità sociale” di cui ha parlato De Rita, va a finire, secondo G. Roma, che la società diventa “un triangolo i cui vertici sono denaro, potere e visibilità mediatica”.

 

Taikonauti alla conquista della Luna. Taikonauti. Si chiamano così gli astronauti cinesi (da taiko che vuol dire astro). Mai sentiti nominare? E’ solo questione di tempo. La Cina, infatti, è decisa a conquistare lo spazio e, in particolare, la Luna. Le prime missioni hanno avuto successo. Nel 1999 è stata lanciata la prima capsula Shenzhou che in cinese significa Nave degli Dei. E nel 2003 c’è stato il primo taikonauta Yang Liwei, seguito nel 2005 da altri due che sono rimasti nello spazio per cinque giorni. Il programma continua. Si comincerà con satelliti esplorativi e sonde lunari senza equipaggio, per poi arrivare nel 2017 alla presenza stabile di taikonauti sulla Luna. Ma poi perché tanto interesse per la Luna? Ancora una volta la parola d’ordine è energia. Tra i vari minerali presenti sulla Luna, c’è infatti l’elio-3, un gas che potrebbe diventare il carburante del futuro e che avrebbe il grosso vantaggio di non inquinare. Non deve stupire quindi la corsa allo sfruttamento dell’elio-3 che vede ai primi posti, Cina, Usa, Russia e Arabia Saudita. Di certo il vincitore diventerà il Paese più ricco del mondo!

 

2005: trovata in Alaska impronta di dinosauro. Fu uno studente dell’università di Fairbanks a “inciampare” per primo nell’orma di un dinosauro nel parco nazionale Denali in Alaska. Era il 27 giugno 2005. L’enorme traccia fossile, larga 13 centimetri e lunga ventuno, corrispondeva alla zampa sinistra di un terapside. Era la prima volta che in quella zona veniva trovata un’orma riconducibile agli animali giganti che abitavano il pianeta 70 milioni di anni fa. Fino a quel giorno ne erano state trovate solo nella regione artica dove, un tempo, faceva un gran caldo.

 

 

Quando il saggio addita il cielo, lo sciocco guarda il dito (Confucio).

Il carattere è la metà del destino (Confucio).

Per far trionfare il male, basta non muovere un dito (K.Annan).

Meglio l’ira del leone che l’amicizia delle iene (Prov. abissino).

Il barbiere può far bello solo il guscio del cervello.

A scodelle piene tutti si vogliono bene.

Niente pesa più di una testa vuota.

La felicità è come il sole: sorride e poi tramonta.

Tutti nascono piangendo e nessuno muore ridendo.

Quando vuoi bere alla sorgente, devi andare controcorrente.

L’onestà è una malattia rara, ma non contagiosa.

Gli amici falsi sono come i fagioli: parlano dietro.

All’amore a prima vista, spesso serve l’oculista.

L’avaro è come il porco: serve dopo morto.

Per sapere la verità, bisogna ascoltare due bugiardi.

La saetta gira e rigira  torna addosso a chi la tira.

L’ubriachezza non è colpa del vino ma di chi lo beve.

 

La malachite è l’amuleto per i nati del Capricorno. Ed ecco le sue virtù: “Sana la malachite/ da gotta e artrite/ ma per la diarrea/ non è una panacea;/ ma se la pancia è ingombra/ l’agita e te la sgombra”.

 

Nel 2003-04, la classe dell’ultimo anno della Arlington high school, un liceo di Poughkeepsie (Usa), era formata da 12 coppie di gemelli.

 

Fra gli animali non avviene mai che la creatura nata per essere una colomba si tramuti in falco, ciò che invece sciaguratamente si verifica nel genere umano (V.Hugo, 1802-1889).

 

La rapa è un ortaggio di scarso successo in cucina, la testa di rapa invece è un retaggio di grande successo!

Un contadino raffreddato si pulisce il naso con un fazzoletto di…terra!

L’animale che non va mai a letto è il maialetto!

 

Ad calendas graecas: alle calende greche. E’ un detto dell’imperatore Augusto diventato proverbiale e si riferisce a coloro che rimandano sempre di  mantenere le loro promesse. Le “calende” sono proprie del calendario romano. I greci non le avevano.

Cicero pro domo sua: Cicerone per la sua casa. Ricorda un celebre discorso forense del grande Cicerone in difesa di una sua proprietà. Si dice di chi tira l’acqua al proprio mulino.

Deus ex machina: il Dio (che appare) dalla macchina. Nei teatri antichi spesso la divinità appariva mediante elaborati marchingegni per risolvere situazioni particolari. Si dice ironicamente di chi tiene in mano le redini di tutto e senza di lui non si può far niente.

Non expedit: non conviene. Espressione usata dalla cancelleria apostolica per negare qualche richiesta o facoltà. Notissimo il “non expedit” di Pio IX.

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini: ciò che non hanno fatto i barbari, l’hanno fatto i Barberini. Si riferisce alla nota famiglia della Roma rinascimentale che distrusse insigni monumenti dell’antica Roma per edificare i propri palazzi.

Sic transit gloria mundi: così passa la gloria del mondo. Si usa nell’elezione di un nuovo Pontefice come invito e ammonimento contro la possibilità di insuperbirsi per il grande incarico ricevuto.

Tabula rasa: tavola levigata, rasata. Quando si scriveva su tavolette cerate, per scrivervi di nuovo bisognava ripulire e levigare. Cancellare, radere al suolo, distruggere tutto.

 

L’amarezza dell’esilio è descritta da Dante nel Paradiso con questi versi: “Tu proverai sì come sa di sale/ lo pane altrui, e come è duro calle/ lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale “.

 

Il pallio: un indumento che dal IX secolo esprime il legame con il Pontefice. Fin dal IX secolo il pallio, la cui origine è molto più antica, è il segno distintivo degli arcivescovi metropoliti, che sono legati in maniera particolare al Papa. Largo 5 cm., il pallio è decorato con sei croci. Viene consegnato ogni anno ai nuovi metropoliti il 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo. Benedetto XVI ha ripristinato per sé l’antica forma del pallio, che era più lungo e più largo e veniva incrociato sulla spalla sinistra, mantenendo per gli arcivescovi la forma più moderna. Secondo il diritto canonico ogni nuovo metropolita deve chiedere al Papa il pallio entro tre mesi dalla nomina e può indossarlo solo nelle chiese della Provincia ecclesiastica che dipende dalla sede metropolitana. Gli agnelli, la cui lana è destinata alla fattura dei palli, vengono allevati dai padri trappisti dell’abbazia delle Tre Fontane di Roma. Dal 1644 essi vengono benedetti dal Papa nel complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le mura il 21 gennaio. Il pallio viene tessuto e cucito dalle suore di clausura del convento di Santa Cecilia in Trastevere.

 

Dalla Chiesa primitiva ai benedettini di oggi. Le origini del canto gregoriano sono molto antiche. I cristiani delle prime comunità lo usavano per intonare le preghiere. Divenne il canto proprio della liturgia romana. Dal VI secolo fu chiamato “gregoriano” in onore di Papa Gregorio Magno che catalogò le melodie in un antifonario. Dal VII al X secolo, il canto giunse al suo più alto livello. Le melodie più antiche, ormai codificate, furono poste al sicuro da contaminazioni e ne furono composte molte nuove. Il patrimonio gregoriano si arricchì in maniera straordinaria e le “scholae cantorum” si moltiplicarono in tutt’Europa. Decisiva fu la nascita della scrittura musicale “neumatica” alla fine del IX secolo. Le melodie, in larga parte trasmesse oralmente, potevano ora essere ricordate con un’inedita precisione grazie ai neumi, segni grafici (più tardi in forma di quadrati) posti sopra la sillaba del testo per indicare l’altezza della nota corrispondente. Nel XIX secolo i monaci benedettini dell’abbazia francese di Solesmes riportarono il canto agli antichi splendori, dopo periodi di alterne fortune.

 

Enea fu il traditore di Troia? Qualcuno si stropiccerà gli occhi abituato al pius Enea trasmesso dall’Eneide di Virgilio, che lo descrive con versi bellissimi con il vecchio Anchise sulle spalle, mentre trascina con una mano il figlioletto Ascanio e con l’altra regge le statuette dei Penati. A molti la condotta di Enea è parsa discutibile per una certa leggerezza nei rapporti sentimentali. Creusa, Didone, Lavinia, forse Anna la sorella di Didone sembrano un po’ troppe le donne che egli ha amato. Ma molti saranno stupiti di sentirsi raccontare di un altro Enea impius, traditore con Antenore, della sua patria e perciò scampato alle stragi e alla rovina della sua città. Proprio in ricompensa del suo tradimento i greci avrebbero concesso a lui e ai suoi familiari ed amici una sorta di lasciapassare, ed egli sarebbe partito per fondare una nuova Troia. Le testimonianze relative allo storia dell’impius Aeneas sono numerose, sia greche che latine, e per la maggioranza niente affatto secondarie. Vi accennano autori come Livio, Orazio, Seneca, Tertulliano e tra i greci Dionigi d’Alicarnasso. Tra l’età di Nerone e la latinità più tarda, la storia di Enea traditore riprende vigore e, pur restando in ombra rispetto alla versione virgiliana, trova ampio spazio nel resoconto che della guerra di Troia danno due singolari autori, “Ditti cretese” e “Darete frigio”. Gli anonimi che si celano dietro questi pseudonimi dicono di essere stati partecipi di quel memorabile conflitto. Indirettamente si dichiarano più degni di fede di chi verrà quattro secoli dopo, Omero. Nei loro scritti, tradotti in carcere dal Settembrini e mai degnamente editi in Italia nella lingua originale, il tradimento di Enea ed Antenore ha largo spazio e si colora di aspetti e toni romanzeschi. Durante i secoli bui, non si spense certo l’ammirazione per Virgilio e il suo eroe, come ci dimostra Dante, che del poeta è la sua guida nell’aldilà.Eppure si continuò a parlare di un Enea traditore: ne troviamo ampia notizia in un importante romanzo in versi della nascente letteratura francese, il Roman de Troie di Benoit de Saint Maure, un monaco normanno. Il romanzo è della seconda metà del XII secolo ed ebbe una diffusione amplissima in tutta Europa. Ne dà prova il messinese Guido delle Colonne, meglio conosciuto come poeta della scuola siciliana legata alla grande figura di Federico II, il quale ritradusse in latino nella seconda metà del XIII secolo una delle versioni in prosa del Romanzo francese dando alla sua opera il titolo di Historia destructionis Troiae. Il successo fu enorme con traduzioni nelle lingue volgari dell’epoca: ce ne fu una anche in napoletano. L’autore di questa singolare ricerca, Francesco Chiappinelli, sostiene che lo stesso Dante potrebbe aver conosciuto questa diversa faccia di Enea ed esserne stato in qualche misura influenzato nella stesura della Commedia.

 

La nascita dei cognomi: nomen, cognomen, gens. In latino il nomen identificava la persona, mentre il cognomen era l’identificazione della gens di appartenenza, più in generale. Gens è qualcosa di più che famiglia: è l’insieme di tutti quanti discendono da una origine comune. In epoca repubblicana i romani aggiunsero il cognomen come elemento distintivo per sottolineare caratteristiche fisiche, come il colore dei capelli, la balbuzie, il candore della pelle oppure per ricordare episodi che avevano caratterizzato la loro esistenza o nomi di popoli che avevano vinto o campagne militari che avevano effettuato o il luogo di provenienza. I primi veri cognomi appaiono in Italia nel IX secolo come prerogativa distintiva di una classe privilegiata, poi man mano il fenomeno si diffonde sempre più, fino ad arrivare ad essere abbastanza diffuso durante il Rinascimento, pur non trattandosi ancora di una caratteristica ereditaria, ma piuttosto un carattere distintivo della persona. Solo nel XVIII secolo fu imposto per legge l’obbligo del cognome.

Attualmente in Italia per i figli legittimi il cognome è del papà. Quando un bambino nasce da genitori sposati, la legge italiana proibisce l’attribuzione del cognome materno. Per i cognomi ridicoli, vergognosi o che rivelano origine naturale si può richiedere il cambiamento presentando una domanda al Prefetto, negli altri casi bisogna rivolgersi al Ministero dell’Interno. Per i figli naturali l’art.262 del Codice Civile prevede che il cognome sia quello del genitore che per primo riconosce il nuovo nato. Se riconosciuto congiuntamente da genitori non sposati, prende il cognome del padre senza possibilità di scelta. Se il riconoscimento avviene prima da parte della madre e poi del padre, sarà invece assegnato il cognome materno, ma successivamente i genitori potranno chiedere al Tribunale dei minorenni di utilizzare entrambi i cognomi o di passare a quello paterno. Se il riconoscimento da parte del padre avviene quando il figlio è maggiorenne, spetta a quest’ultimo decidere quale cognome mantenere. Un figlio minorenne che diviene legittimo in seguito al matrimonio dei genitori naturali, assume il cognome del padre senza possibilità di scelta; se invece ha superato i 18 anni ha un anno di tempo per decidere quale sarà il suo cognome.

Come funziona in Europa? In Spagna si usa sempre il doppio cognome e se ne trasmette solo uno a scelta. In Francia dal 2001 si può scegliere il cognome del padre, della madre o di entrambi ma tutti i figli con gli stessi genitori devono portare lo stesso cognome. In Gran Bretagna non c’è nessuna regola per le coppie sposate: possono scegliere se dare alla famiglia il cognome della madre, del padre o di entrambi. In Germania i coniugi possono mantenere il proprio cognome oppure scegliere fra i due uno “di famiglia”, i figli dovranno tutti ricevere lo stesso cognome. In Finlandia il figlio riceve il cognome “coniugale” o una a scelta fra quello dei genitori.

 

Tutte le riforme scolastiche:

  • 1963: media unica. Con la legge n.1859 viene istituita la scuola media unica e obbligatoria di tre anni. Sostituisce la divisione tra media ed avviamento professionale esistente in precedenza.
  • 1968: materna statale. Con la legge n.444 viene istituita la scuola materna statale.
  • 1969: nuova maturità. Due scritti: italiano e una materia specifica per l’indirizzo. L’orale su due materie tra le quattro indicate dal Ministero, una scelta dal candidato, l’altra dalla Commissione.
  • 1977: cambia la media. Con due leggi vengono raggruppate le materie, introdotti criteri di valutazione con l’abolizione dei voti e il cambiamento dell’esame di terza media. Si tratta di una miniriforma della media unica.
  • 1990: più maestri alle elementari. La legge n.148 riforma l’ordinamento con la scomparsa del docente unico e l’introduzione del team dei tre docenti su due classi, con docente prevalente almeno nel primo biennio.
  • 1997: maturità ristrutturata. Nuova riforma della maturità con la legge n.425. Vengono introdotti tre scritti e l’orale su tutte le materie. E’ la formula attualmente in vigore. Commissioni formate per metà da docenti interni, per metà da esterni, come il presidente.
  • 2000: riforma Berlinguer. Il 10 febbraio viene approvata la riforma globale del sistema formativo (legge 53) presentata dal ministro Luigi Berlinguer e proseguita da Tullio De Mauro. Prevede la scuola dell’infanzia di tre anni, una scuola di base di 7 (elementari e medie) e una scuola superiore di 5 anni suddivisa in quattro aree: classico-umanistica, scientifica, tecnico-tecnologica, artistico-musicale. Non entrerà mai in vigore, sospesa dal ministro Letizia Moratti.
  • 2002: maturità interna. Cambia la composizione delle commissioni d’esame alla maturità con la legge n.448 del 2001: tutti docenti interni e solo presidente esterno.
  • 2003: riforma Moratti. Il Parlamento approva la legge n.53. E’ la riforma Moratti. Delega al Governo i decreti attuativi di ogni singola parte entro 24 mesi, ma verranno concessi ulteriori sei mesi di proroga.
  • Il nuovo ministro Giuseppe Fioroni ha già messo mano ad alcuni pezzi della riforma Moratti. I cambiamenti principali riguardano il ciclo delle superiori ed il doppio canale: stop alla sperimentazione, rinvio a settembre 2008 per la partenza, ipotesi di un biennio unico, no agli otto indirizzi di liceo. Interventi previsti anche per gli istituti dell’infanzia, la primaria e la media inferiore.

Rubrica a cura del Dott. Lorenzo Paliotta

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