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I DUE POLLI di Nonna GEMMA

 

In questo contenitore, ricavato da un’unica roccia calcarea, nella nostra casa di campagna, via Campolongo di Spigno Saturnia, si abbeveravano i due polli di Nonna Gemma, insieme a galli, galline, altri polli, e talvolta anche tacchini, papere e anatre.

La storia ha inizio dopo il matrimonio con Nonno Luigi – reduce decorato della prima guerra mondiale. Fu per questo che gli venne concessa la licenza di sale e tabacchi N. 1 – nella campagna di Spigno, alla fine dell’ultimo conflitto mondiale. La quasi completa
distruzione di Spigno Superiore, (non era ancora nemmeno previsto quello
denominato poi Spigno Nuovo) le nostre case della campagna funzionarono per
alcuni anni come centro di servizi comunali. Accanto all’Ufficio Postale, con tanto di telegrafo, con la sede municipale, la scuola elementare, l’artigiano sarto/barbiere e quello del falegname, venne aperto un punto vendita di sale e tabacchi, intestata a Nonno Luigi.

Col carretto trainato dal mio cavallo preferito, il Nonno, dopo aver compilato un famoso documento denominato “vaglio”, effettuava il pagamento presso l’ufficio postale, e solo dopo poteva ritirare a Formia, presso il magazzino dei Monopoli di Stato, sale, tabacco e sigarette. Ciò evitava la circolazione del denaro ed era un meccanismo atto a scoraggiare
il fenomeno – a quei tempi molto diffuso – del contrabbando. Nonna Gemma,
completamente analfabeta (solo negli cinquanta conseguì la licenza elementare,
ai tempi del Maestro Manzi della televisione italiana, era però la custode di
tutti gli atti. Il controllo era sistematicamente effettuato dalla Guardia di Finanza, che giungevano sempre in coppia, su due potenti moto guzzi, con le loro divise grigio verdi complete di cappelli con visiera. I finanzieri, partivano dalla caserma della vicina Minturno/Scauri, percorrendo la Formia-Cassino, in quegli anni strada bianca, con un traffico quasi inesistente. Un solo autobus collegava Arce con Formia e qualche Topolino della Fiat e raramente qualche Aprilia. Nonna Gemma sentiva il rumore dei motori delle Guzzi a un km di distanza. L’unica realtà dove potevano essere diretti in quel tempo era il sale e tabacchi n. 1 (unica attività) subito dopo la guerra.
Nonna, che avva sempre pronte delle tagliatelle fatte da lei con acqua e farina
autoprodotta, subito tagliava la gola a due polli. Li spennava, puliti a tutto
punto, con uno preparava una salsa succulenta, e il secondo lo teneva nell’arca
di legno, che funzionava da ripostiglio. Nonno Luigi intratteneva i finanzieri quasi
sempre col racconto delle sue vicissitudini belliche, ostentando  la sua medaglia di invalido sempre attaccata nel petto della sua giacca. Pronto ilpranzo, Nonno a Capotavola, i due finanzieri alla sua sinistra, col Maresciallo accanto al Nonno, ed io  sempre seduto di fronte ai due. Loro tre indossavano ciascuno una grande tovaglia che penzolava dal bavero delle camice sempre senza alcuna macchia di sugo. Nessun’altro
familiare, e Nonna Gemma sempre in piedi tra il focolare  e la tavola. Finito il pranzo, pochi minuti prima di dare gas alle moto guzzi, Nonna gemma si presentava con il secondo pollo, spezzato a metà, avvolto in carta/velina, lo consegnava ai finanzieri
sempre accompagnato il gesto, dalla stessa frase: “pure le vostre Signore devono assaggià i polli di Gemma”. Il sale e tabacchi n. 1 di Spigno Saturnia non ha mai nella sua storia avuto rilievi sulla modalità della gestione documentale. Io sono rimasto sempre convinto che erano  ben fatte. Troppe volte ai miei 3 Figli ho raccontato questa storia vera, ed ho sempre insegnato loro che non bisogna mai cedere altro se non qualche cosa che tu stesso hai prodotto col tuo lavoro;  eccome lo hanno capito !!

 

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