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MONTE SAN BIAGIO tra STORIA e SAPORI

Cartolina da Monte San Biagio (Lt)
Cartolina da Monte San Biagio (Lt)

Assessore Arcangelo Di Cola

Salsiccia

Salsiccia1MONTE SAN BIAGIO tra STORIA e SAPORI

Per tre giorni, Monte San Biagio è stato davvero l’epicentro enogastronomico di un vasto comprensorio, tra Roma e Napoli, che ha visto confluire nel Comune sud pontino centinaia e centinai di visitatori richiamati dall’XI° edizione della “Sagra della salsiccia”. La manifestazione è stata organizzata, come al solito, dal Consorzio Salsiccia di Monte San Biagio, in collaborazione con il Comune – Assessorato alle Attività Produttive e con diverse associazioni locali che hanno dato vita a tutta una serie di iniziative, per grandi e piccini, tese non solo alla valorizzazione dei prodotti tipici locali, ma alla promozione turistica e culturale del territorio monticellano tanto ricco di storia. Fino all’unità d’Italia, infatti, Monticelli, questo il primo nome della località, rappresentò il confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato pontificio; il primo centro in cui si imbattevano i viaggiatori che da Roma raggiungevano Napoli mediante la via Appia. E così dalla Porta di San Rocco, da quella dedicata a San Vito, oppure dalla Porta del Castello, non c’è che da scegliere la strada che si preferisce per entrare a visitare il caratteristico centro storico medievale del paese, dolcemente adagiato su una collina a 133 metri sul livello del mare.
A portare da queste parti la tradizione della salsiccia furono, secoli or sono, i Longobardi; é da allora, che gli abitanti di Monte San Biagio condiscono la carne di maiale solo con il coriandolo, potente antibatterico che riesce a custodire a lungo le proprietà della carne suina. Ed ecco, quindi, che la gastronomia si mescola alla storia, con un processo produttivo che è rimasto praticamente immutato nei secoli: i semi di coriandolo vengono fatti essiccare o vengono abbrustoliti, prima di aggiungerli alle salsicce, il cui retrogusto di fumo, dovuto al fatto che vengono fatte “maturare” per due o tre di giorni in un locale con un camino acceso con legna di lentisco, rappresenta un’altra loro caratteristica peculiare. Prima di essere insaccata in budelli naturali, inoltre, la carne viene bagnata con il tipico vino “Moscato di Terracina”, che in realtà, è prodotto interamente a Valle Marina, frazione di Monte San Biagio.
Tra esibizioni sportive e canore, visite guidate nel centro storico del paese, gruppi folkloristici, con il Festival dell’Organetto, la cover band di Pino Daniele i Pinotti e la Gigi Band Orchestra del Corazon, a collaborare, nel concreto, per la buona riuscita della Sagra, è stata, in primo luogo, l’Associazione dei Pescatori per il lago di Fondi e Monte San Biagio, presieduta dal dinamico Mario Di Ciollo, sempre puntuale nel mettere a disposizione e far degustare le tipiche “calamita” e le altre specialità ittiche del lago. Merita ovviamente una citazione, per la disponibilità e la bontà del prodotto enologico, il Comitato di zona “Viva Vallemarina”, presieduto da Rocco Baiona, affiancato dal simpatico Cataldo Popolla, che da anni si battono per la valorizzazione del “Moscato di Terracina”, oltre che nel portare avanti le istanze socio-ambientali della zona. A rallegrare la giornata ha provveduto il “Gruppo Canoro dell’Amicizia” di Monte San Biagio, presieduto da Pasqualino Antoniani, diretto da Maria Gallozzi e composto da una ventina di cantori, per lo più donne, che, nel tipico costume monticellano, hanno intonato un vasto repertorio di stornelli.
Le giovani guide turistiche della Prof.ssa Velia Casale hanno accompagnato i turisti per le viuzze del centro storico, illustrando i numerosi siti architettonici: dal castello longobardo che domina l’intera piana, alle Chiese di Sant’Antonio Abate, San Rocco e San Giovanni Battista e poi ancora, il mausoleo dell’imperatore Galba ed il Passo di Portella, fino alla Torre dell’Epitaffio, costruita durante il pontificato di Sisto V e che segnò fino al 1870, il confine dello Stato Pontificio.
Pienamente soddisfatto dell’ottima riuscita della Sagra, il giovane assessore alle Attività Produttive, Arcangelo Di Cola, il quale ha sottolineato come “le tipicità enogastronomiche di cui il nostro territorio è tanto ricco, rappresentano un’incredibile risorsa economica, soprattutto se associate al turismo e alle bellezze paesaggistiche”.

Il Direttore Dott. Sergio Monforte

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