
Alla presenza del Contrammiraglio Francesco Maria de Biase, Comandante del Comando Militare Marittimo Autonomo della Capitale, è stata celebrata, a Gaeta, nel Santuario della Santissima Annunziata, la festività di Santa Barbara, Patrona della Marina Militare.

La ricorrenza è stata festeggiata in maniera ufficiale, con una Messa solenne officiata dall’Arcivescovo di Gaeta, Mons. Fabio Bernardo D’Onorio ed alla quale hanno partecipato anche il Prefetto di Latina, Antonio D’Acunto, il Questore Alberto Intini, i Sindaci del comprensorio e le altre massime autorità, civili e militari, della provincia, tra cui, il Presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Gaeta, Cap. Carlo Andrea Di Nitto.
A fare gli onori di casa, il Comandante della Capitaneria di porto di Gaeta, Francesco Tomas ed il Sindaco Cosmo Mitrano, mentre lungo la navata centrale del Santuario dell’Annunziata, gremita di pubblico e, soprattutto, dalla grande famiglia marinara, oltre ai marinai, con i gagliardetti della Marina militare, ha fatto ala il plotone d’onore dell’Istituto Nautico “G. Caboto”, guidato dal dirigente scolastico Salvatore Di Tucci e dal prof. Angelo Soprano.
Al termine della cerimonia religiosa, il Contrammiraglio Francesco Maria de Biase, accompagnato da S.E. Rev.ma, Mons. D’Onorio, ha visitato la stupenda “Cappella d’oro”, dove Pio IX concepì il Dogma dell’Immacolata e, successivamente, si è intrattenuto, dinanzi al Santuario della Santissima Annunziata con le autorità intervenute.
La storia della Patrona della Marina Militare:
Santa Barbara nacque nel III secolo D.C. in Asia minore, in quella che è l’attuale Izmit, porto della Turchia, a quei tempi Nicomedia, per poi trasferirsi a Scandriglia, in provincia di Rieti. La leggenda vuole che suo padre Dioscuro, di religione pagana, l’avesse rinchiusa in una torre, per proteggerla dai suoi pretendenti. Inoltre, per evitare che utilizzasse le terme pubbliche, gliene fece costruire di private. Barbara, vedendo che nel progetto vi erano solamente due finestre, ordinò ai costruttori di aggiungerne una terza, con l’intenzione di richiamare il concetto di trinità. Quando il padre vide la modifica alla costruzione intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana e decise allora di denunciare sua figlia al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione, la condannò alla decapitazione. Era il 4 dicembre dell’anno 306. Secondo la leggenda, Dioscuro procedette all’esecuzione dopo averla torturata col fuoco, ma subito dopo, venne colpito ed ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto. È invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò, gli esplosivi ed i luoghi dove vengono di solito conservati, sono spesso chiamati “santabarbara” in suo onore.
Il Direttore
Dott. Sergio Monforte
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