Riceviamo e Pubblichiamo:

(A) Venerdì 3 agosto sono andato al Dono Svizzero di Formia per effettuare delle analisi di laboratorio. Come avevo sempre fatto in passato, mi sono recato alle casse per pagare il ticket ma mi è stato detto che la procedura era cambiata: bisognava prima effettuare le analisi e poi passare allo sportello per pagare il ticket. Ho espresso la mia meraviglia per la nuova procedura ma comunque ho seguito il relativo iter. Epperò, dopo aver effettuato il prelievo, mi è stato sì confermato che dovevo poi pagare ma con l’aggiunta che dovevo anche ritornare presso il laboratorio per ritirare il foglio su cui è indicato il giorno di consegna dei risultati delle analisi.
Ora tutto questo può apparire irrilevante per chi non conosce l’ubicazione dei vari uffici dell’ospedale. Certo, se le casse ed il laboratorio analisi si trovassero sullo stesso piano poco o nulla si potrebbe obiettare. In realtà, tra le casse ed il laboratorio bisogna percorrere (ora due volte) un tratto di strada non breve allo scoperto e tutto in salita.
(B)

Oggi domenica 5 agosto è passata per la mia casa formiana un’amica (Sonia) proveniente da Roma col treno. L’inattesa visita è stata giustificata da Sonia con la perdita del bus per Gaeta, il che essendo domenica comporta l’attesa di almeno un’ora per il prossimo bus. Epperò, la perdita è avvenuta perchè mentre i passeggeri, molti con bagagli al seguito, avevano quasi raggiunto il capolinea (ora ubicato in via XXIV Maggio) l’autista (erano circa le 10.30) ha deciso di partire nonostante gli avvertimenti di alcuni utenti.
Questo episodio mi ha fatto ricordare che anch’io, quando viaggiavo per Napoli, ho assistito diverse volte alla partenza dei bus dal piazzale della stazione ferroviaria proprio nel momento in cui i passeggeri apparivano su piazzale dopo aver salito di corsa le scale. Allora come oggi, sono giunto alla conclusione che si tratta di cattiveria vera e propria camuffata dal rispetto formale dell’orario di partenza. Parrtire, insomma, mentre gli utenti corrono verso il bus non saprei definirlo diversamente. Evidentemente, alcuni autisti della Cotral si sentono intoccabili (appoggi politici, sindacali, etc.) il che mi fa riflettere amaramente sul gap culturale e di servizio esistente fra il nostro paese ed altre realtà europee e no .
(Lorenzo Paliotta).