Per un recente amico

In ricordo di Massimo Rosati, professore di Sociologia presso l’Università di Tor Vergata a Roma
Caro Massimo,
non ti parlo di futilità di vita, di attimi fuggenti, né di tante altre cose di cui si sa già molto. Né ti parlo a lungodei tuoi immensi meriti di accademico: anche di questo si sa.
Voglio parlarti di loro, delle tue donne. E per farlo, ti racconto una breve storia che nella prima parte conosci molto bene.
Il principio: un cagnolino di soli tre mesi, anzi una cagnolina, tutta bianca e di nome Biancabungee run for sale.
Il dopo: un trillo di campanello e mi affacciai. Voi tre: tu, Barbara ed Anna: da me per conoscere Bianca. Ebbi una percezione istantanea: che bella famiglia! Di Barbara notai immediatamente il sorriso, docile, come soltanto chi è buono possiede. Di Anna, che dire? Una ragazza giovanissima, bellissima, assai composta. Come quasi mai accade per chi ha la sua ancora tenera età. E di te: oltre il cappello che, visto dall’alto, ti copriva il volto, quando sollevasti la testa notai lo sguardo intenso, intelligente, di chi è sostenuto dalla scienza e, quindi, da un fervido e perpetuo desiderio di conoscenza.
Mai come in quel caso fui contenta, soddisfatta, di affidare un cagnolino con la certezza che sarebbe stato amato. E così è avvenuto: Bianca è partita con voi, la seconda volta che veniste, per la nuova casa. E Bianca è amata.
Tutto andava per il meglio. Vi venni a trovare, di lì a poco. Sono stata benissimo: abbiamo conversato, abbiamo accompagnato Bianca al parco. Devo anche dire che eri un cuoco eccezionale. Tutto molto sereno, tutto che lasciava prospettare nuovi incontri, nuovi confronti, una più approfondita conoscenza e grande rispetto.
Poi, il trillo del telefono. Risposi. Era Barbara. Mai avrei sospettato una notizia così. Mai l’avrei sospettato. Massimo non c’è più. Una specie di doccia fredda, un sussulto. Incredulità. Aveva solo 44 anni. Massimo non c’è più. E come può essere, come può essere accaduto? Barbara al lavoro, Anna a scuola. Solo Bianca lo sa. Bianca era con lui, potesse parlare!
Io credo, io spero, che la presenza di Bianca ti abbia distratto in quel tragico momento e ti abbia aiutato a percepire meno, se mai ne hai avuto il tempo, quello che stava per accadere.
Massimo, mi dispiace moltissimo sapere che una mente così straordinaria, fervida, intelligente, non possa più regalare a questo mondo sapienza, riflessioni, insegnamenti, dedizione. Ma, Foscolo insegna, il tuo talento aleggerà per sempre nelle aule della tua Università. Ho letto, sai, le lettere dei tuoi studenti. Ho letto le attenzioni, meste, che ti rivolge il mondo scientifico. E come sempre, c’è chi è più acuto, più espressivo, chi meno; però il coro, nell’insieme, lascia trasparire l’intensità di quello che tu, con la tua libera mente, hai trasmesso alle loro vite. Ho letto. E ho meditato, prima di scrivere queste poche parole. No, non sono io che posso aggiungere altro: molto è stato detto. Sicuramente molto ancora verrà detto.
Ascolta, la vita è strana. Ti avevo appena conosciuto, avevo appena conosciuto Barbara ed Anna e, poi, il disastro. E’ inconcepibile, talmente inverosimile, che francamente è anche per questo che ho aspettato prima di parlarti. Troppo giovane per morire. Troppo profondo per non essere ancora qui. Ma, sai com’è che dice la canzone delle belle cose che vivono un giorno solo? Già, come le rose.
Dimenticavo. Ti starai chiedendo perché mi rivolgo a te, adesso e direttamente. Ti rispondo subito. Mi rivolgo a te perché, intimamente e laicamente, sto evocando le basi, le fondamenta della scienza. Quella scienza che tu amavi tanto.
Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, allora tu ci sei. E se è vero che tutto si trasforma, allora tu ci sei. E se uno dei padri della scienza si è fermato su questi concetti, provandoli, dimostrandoli, significa che tu sei qui. Forse ora sei tornato a far parte di quegli elementi che tanto la scienza quanto la filosofia pongono alla base dell’ordine dell’Universo. Forse ora sei terra, forse acqua, aria o fuoco, o forse tutto questo insieme, ma ci sei.Qualunque cosa tu sia, ora sei energia della Natura.
Permettimi dunque di rivolgerti una preghiera. Libera, come il tuo pensiero: intelligente e laico. Per questo, profondamente libero.
Massimo, se oggi sei aria, soffia come brezza e raffresca le calde serate d’estate per Barbara ed Anna. E fa che respirando, sentano ancora il tuo potente alito vitale, a conforto del dolore che è nei loro cuori.
Se sei acqua, dissetale quando hanno sete. E scorri nei campi, quando li attraversano, lasciando che il dolce rumore dei rivoli richiami, per loro, la tua voce.
Se sei fuoco, ardi, per riscaldarle quando hanno freddo. E lascia che le decise sfumature d’arancio della fiamma che sale, richiamino la tua forza di padre e compagno di vita.
Se sei terra, accogli i loro passi e fa che siano leggeri, senza fatica, senza dolore.
Quella forza che avevi dentro e che muoveva il tuo essere vitale, c’è. Fa che le donne della tua vita, Barbara ed Anna, la vedano, la sentano, la vivano per sempre. In qualsiasi modo tu voglia.
Un altro caro amico, anch’egli sparito, anch’egli intelligente e laico, acuto letterato, una volta mi disse: vedrai che, col tempo, il dolore si trasformerà in ricordo soave, perché soave è il ricordo di una madre buona. Allora moriva mia madre.
Allo stesso modo e rubando queste parole, voglio dire alla piccola Anna: Ti capisco, sai. Capisco cosa vuol dire perdere presto il padre. È un sentimento che la vita ha riservato anche a me. Però, vedrai che, col tempo, il dolore si trasformerà in ricordo soave, perché soave è il ricordo di un padre buono. E vedrai che così il tuo futuro sarà sereno e le tue scelte saranno sempre guidate dalla mamma e da quel papà che oggi è acqua, o aria, o fuoco, o terra, o tutto questo insieme. E tu crescerai, piccola Anna, già un pochino donna, felice d’essere nata in una famiglia magnifica.
Ciao, Massimo.
Elodia Rossi