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SPIGNO SATURNIA  CELEBRA IL 25 APRILE – 67° della LIBERAZIONE

SPIGNO SATURNIA  CELEBRA IL 25 APRILE – 67° della LIBERAZIONE

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In una splendida giornata di  sole,  dopo giornate di pioggia di questi prime tre settimane di aprile, molto utili per la sua vasta campagna,  a Spigno Saturnia è stata celebrato il 67° anniversario della Liberazione. Con due manifestazioni: alle ore 9,00 con un corteo a Spigno Saturnia Superiore, culminato con la deposizione di una corona di fiori al cippo che ricorda i Caduti di tutti le guerre all’ingresso del Cimitero Comunale, e la seconda a Spigno Nuovo.

 

 

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L’Assessore alla Cultura e Istruzione Ins. Pia Orgera, che ha rappresentato il Sindaco Franco Simeone, temporaneamente indisposto, dopo aver deposto una corona di fiori davanti la stele che ricorda i martiri di Cefalonia in Piazza Dante, con un corteo aperto dal labaro comunale e dalle bandiere delle Associazioni intervenute, la cerimonia si è spostata davanti alla stele dedicata recentemente ai caduti di tutte le guerre e delle missioni.

 

 

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Qui, dopo la deposizione di una corona di alloro, con la diffusione dell’inno di Mameli e musiche della ricorrenza, è stata altresì diffusa la preghiera del soldato. E’ intervenuto il Presidente dell’Associazione locale Combattenti e Reduci Sig. Domenico Vezza il cui testo del discorso pubblichiamo integralmente di seguito. L’Assessore Orgera, presente anche l’Assessore ai Lavori Pubblici Geom. Gianni  Ceschi, ha ricordato le vicende storiche cha hanno portato  al 25 Aprile 1945 alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo ridando all’Italia la libertà, la  democrazia ed una nuova Costituzione fondata sul lavoro, base della Repubblica. Ha esortato le famiglie a partecipare più attivamente a queste manifestazioni  e a mantenere vivo il ricordo del sacrificio di tanti che hanno sacrificato la vita per la libertà e la pace. I giovani devono essere costantemente educati  a questi principi, fondamentali per far crescere una società libera e consapevole.

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Alla cerimonia hanno preso parte, in rappresentanza della Caserma dei Carabinieri di Minturno il Sottotenente  Carlo Varlese e l’App.to Scelto Maurizio Persico. I rappresentanti della locale Sezione dei Carabinieri in congedo, dipendenti Comunali, i rappresentanti della Protezione Civile ed il Presidente del Circolo Anziani  Angelo Messore. Il Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci  Domenico Vezza ha portato il contributo che di seguito riportiamo integralmente:

 

 

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“””nel commemorare i Caduti di tutte le guerre, nella ricorrenza del 67° anniversario della Liberazione, porgo un cordiale saluto al Sig. Sindaco, all’Amministrazione Comunale, al Comando Stazione Carabinieri di Minturno,  al Comando Vigili Urbani, alla Sezione Carabinieri in congedo, all’Associazione Protezione Civile, e a voi tutti qui intervenuti. Non mi dilungo sul significato della ricorrenza che stiamo celebrando perché tutti  la conosciamo ed entro a dire che stiamo ancora nel pieno dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per la precisione dalla Costituzione del Regno d’Italia, poiché ancora il Veneto, il Trentino ed il Triestino, non facevano parte del Regno d’Italia, che voci contrastanti propongono e con decisione, di staccare dallo Stato Italiano il Lombardo Veneto. E’ triste solo pensare con quale coraggio si facciano certe proposte. Premesso che della Padania si sente parlare solo ora, si sapeva e si sa, che la vallata che parte con il Po dal Monviso ed attraversando tutta la parte settentrionale della Penisola  fino all’Adriatico, si è sempre parlato come Valle del Po o pianura Padana, era ed è logico. La Padania, quindi è inventata, non potrebbe essere solo il Lombardo Veneto ma abbraccerebbe tutte le Regioni percorse dal Po. E pensando a quanti Eroi hanno offerto la loro vita perché l’Italia fosse libera, unita e democratica, aspirazione di tanti secoli. Noi Combattenti e Reduci per questi valori abbiamo combattuto, abbiamo sofferto, ma soprattutto abbiamo lasciato sui campi di battaglia centinaia di migliaia di nostri fratelli , che avevano come noi diritto alla vita, che invece hanno fatto olocausto della loro vita per noi tutti, perché se oggi viviamo in pace, in libertà, nella democrazia ed anche nel benessere che tutti godiamo, non possiamo che gridare che in Italia siamo tutti e solo Italiani, che voglia o non voglia, per i nostri fratelli caduti almeno dobbiamo essere sempre uniti sotto il simbolo sacro del tricolore. Né oggi né mai possiamo tradire i nostri morti.

Viva l’Italia

Redazionale: Luigi Cocomello

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