Pochi giorni sono bastati per cambiare completamente lo scenario politico. Da Conte a Draghi, dalla confusione alla speranza. E’ bastato l’annuncio per vedere la borsa italiana schizzare verso l’alto e, in parallelo, la discesa netta dello spread. Ciò che è accaduto in modo più evidente è l’umore della gente, anche quella più umile, che ha salutato l’avvenimento con senso di compiacimento e addirittura come processo di liberazione. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo i falliti tentativi di un possibile Conte-ter, e dell’incarico esplorativo al Presidente della Camera Fico ha dovuto ripiegare su una candidatura esterna chiamando l’Ex Presidente della BCE Mario Draghi. L’incarico è stato accompagnato da una solenne dichiarazione che ha disegnato tutti i contorni sia politici che programmatici. Un governo (del Presidente) che coinvolgesse tutte le forze presenti in Parlamento, e che tenesse conto della crisi sanitaria, quella economica e sociale, dell’attuazione del Piano Europeo New Generation, e, soprattutto evitasse il ricorso ad elezioni anticipate. Ciò accadeva in concomitanza con la fine del Trampismo negli USA, con l’Elezione del Presidente Baiden. A conclusione di una trattativa anglo-europea relativa alla brexit.
La positività della scelta è stata dichiarata immediatamente dai maggiori osservatori internazionali sia politici che dai media. Siamo giunti ora alla conclusione delle audizioni sia delle forze politiche che parlamentari, di quelle economiche, di quelle sociali ed ambientali e ad horas si attende la squadra dei Ministri e il programma che l’accompagna. Un punto fermo è rappresentato dal Gruppo Fratelli d’Italia, decisa a restare opposizione e da una certa incertezza di L.E.&.U. In questo modo i giochi sono fatti e tutti plaudono, giustamente al “Draghi for President”. Ma ciò che registro, con mia grandissima soddisfazione, che oggi nessuno più mette in discussione che il Presidente Draghi sarà, precisamente tra un anno, il successore naturale dell’ottimo Mattarella. Voglio ben spiegare la mia personale soddisfazione. Sono un vecchio Socialista, con alle spalle oltre 50 anni di impegno politico. Nel corso del mio impegno scolastico all’età di 25 anni ho aderito all’Associazione Europea degli Insegnanti, in quell’epoca Nenni Presidente del Consiglio mi capitava spesso di conversare con lui nella sua casa di Formia. Col gonfalone proprio della città di Formia ebbi l’onore di seguire il feretro di Nenni nel suo funerale. Come dimenticare il giorno che su un palco improvvisato Pietro Nenni, già molto invecchiato, saltammo i tanti Europeisti che salpavano dal porto Formiano per raggiungere Ventotene in una delle tante ricorrenze celebrative dei celeberrimi carcerati che dettero vita al famoso “manifesto” che è passato alla storia come patrimonio culturale dell’idea d’Europa. La mia rievocazione vuole solo significare l’importanza, soprattutto per le nuove generazioni, che nel terzo decennio del 21° secolo, è necessario attribuire allo sviluppo e alla salvaguardia dell’Europa Continentale. Come pure richiamare i giovani al valore dell’atlantismo. Questi due valori, cari ai Socialisti, hanno significato per decenni la salvaguardia della democrazia e il rifiuto della guerra. Mio Padre disperso a Cefalonia, senza più notizia alcuna, i due fratelli prigionieri il primo in Africa e l’altro in Inghilterra, rappresentarono per me la più desolante delle vicissitudini che un adolescente possa vivere. Osservare oggi, che un “orfano” cresciuto in un convento dei Gesuiti, che si ispira al Socialismo Liberale, che ha già salvato il nostro Paese in momenti di crisi dell’economia, che salvò la moneta europea dagli attacchi internazionali. L’idea che Draghi possa svolgere una politica riformista, con contenuti di grande valenza sociale, per me sono i baluardi per ritenerlo degno dei ruoli che credo, tutta l’Italia gli deve tributare. Per una decina di anni non ho avuto più tessere di partito, e questo non mi stava bene fino a decidermi tre anni fa a prendere la tessera del PD, fino a che si è formata qualche anno fa ITALIA VIVA. Già nel PD le mie simpatie furono per il Sen. Matteo Renzi. Quindi presi subito la tessera (anche doppia nel primo anno) e mi onoro di essere anche militante abbastanza attivo. Ho condiviso, anzi fortemente auspicato, una presa di posizione netta, che poi ha portato alla crisi di Governo. Respingo tutte le nefandezze che vengono rivolte verso Matteo Renzi che già ho vissuto ai tempi di Giacomo Mancini, di Giuseppe Saragat, di Tanassi, e di Bettino Craxi. Spesso mi capita di andare in Tunisia dove si è affermato col suo lavoro un mio figliolo, e più di una volta ho reso omaggio alla tomba di Bettino Craxi. Una prima volta sul quaderno che raccoglie le testimonianze ho scritto:
“caro Bettino, chi ti ha fatto finire qui….finirà politicamente così…”
e una seconda volta, mesi fa:
“caro Bettino, quelli che ti hanno fatto finire qui, sono “politicamente finiti” in Italia…”
Credo di poter dire che con Draghi ai vertici delle Istituzioni del nostro bel Paese inizia un processo di cambiamento del quale oggi si scorgono solo i contorni.
Si apre un orizzonte vasto per le giovani generazioni. La mia idea di un socialismo, democratico, liberale, riformista, europeista, atlantista, si afferma ed è cosa nobile rispetto ad esternazioni scomposte, diffusori di odio talvolta a spese dello stato, maldicenti di ogni risma.
Luigi Cocomello – Editore ULISSELAND