PONZA – “Siamo stanchi di essere presi in giro dalle amministrazioni succedutesi alla guida di Ponza ed in particolare, dalle ultime capeggiate dal sindaco Porzio. Sono cinquant’anni che per i cittadini delle Forna non è mai cambiato nulla ed ancora una volta, rischiamo di essere isolani di serie B, subendo soltanto le conseguenze negative delle scelte amministrative”. E’ un grido di dolore, misto a tanta rabbia, quello scaturito dall’assemblea degli operatori turistico-economici della frazione isolana di Le Forna, svoltasi nell’ultimo fine settimana ed al termine della quale, la cinquantina di imprenditori presenti, in rappresentanza delle diverse categorie – commercianti, ristoratori, affittacamere, cooperative e pescatori – nel programmare un’assemblea generale dei cittadini, hanno minacciato l’avvio di una petizione popolare per chiedere al Governo centrale ed al Prefetto di Latina di staccarsi dal Comune di Ponza centro e di potersi costituire in Ente autonomo. A guidare la protesta, il presidente dell’Ascom-Confcommercio di Le Forna, Ciro Parisi ed il suo vice, Davide Vitiello, i quali hanno messo nero su bianco, elencando tutte le carenze e le prevaricazioni subìte, nel corso degli ultimi anni, dalla comunità che vive nella parte superiore dell’isola, ma, soprattutto, le negative previsioni che annunciano la prossima stagione turistica, accanto alle proprie rivendicazioni. “In tanti sbandierano di amare Ponza, esordisce Parisi, ma per noi operatori e per i cittadini dell’isola, voler bene a Ponza, significa viverci tutto l’anno, subendone i disagi, nella vana speranza di ricevere risposte dagli amministratori”. Innanzitutto il problema della portualità: “soltanto prima di Natale, afferma Parisi, è saltata fuori una delibera del gennaio 2010, con cui si intende classificare zona balneabile Casa Feola, cacciando pescatori e noleggiatori dalla rada, mentre sull’area dell’ex miniera, ancora inquinata dal caolino, sono iniziati i lavori di spianamento per realizzarvi una struttura polivalente”. E l’ipotizzato porticciolo turistico di Cala dell’Acqua? prosegue il presidente dell’Ascom: “qui, a Le Forna, non abbiamo più un approdo, nè accessi al mare, ma il turismo non si sviluppa con le chiacchiere, occorre un porticciolo e strutture ricettive adeguate, pur nel rispetto dell’ambiente. Basti ricordare che tra gli anni ’50/70, tra la baia dell’Acqua e lo scoglio della Tartaruga, esistevano oltre 250 abitazioni di pescatori, con approdi e vigneti rigogliosi, poi distrutti dalla miniera. Oggi occorre riqualificare l’intera area, soprattutto per garantire ai nostri giovani un lavoro ed un futuro sull’isola”. E poi, proseguono Parisi e Vitiello, c’è il problema della sanità, con il rischio di perdere il soccorso aereo del 118, per la mancanza di un eliporto in sicurezza, o il dramma dei collegamenti con il continente, sempre peggiori, senza alcuna prospettiva, da parte della neonata Laziomar. Per non parlare della viabilità e del trasporto pubblico che penalizza costantemente i turisti che scelgono la nostra zona, o della raccolta dei rifiuti assolutamente insufficiente e della necessità di una maggiore igiene; o ancora, vorremmo conoscere il destino della piazzetta di Calacaparra, che giace nel più totale abbandono, dopo aver speso decine e decine di migliaia di euro. “Ma ora basta, se continua così, ci amministreremo da soli!”.
Il Direttore
Dott. Sergio Monforte