VISITA AL CIMITERO DI SPIGNO SATURNIA
DEI NIPOTI LUIGI E FRANCESCA
Una domenica, come tante, pranzo a Spigno, come sempre nei giorni festivi. Mi venne l’idea di proporre ai due nipotini la visita alla vechia dimora dei miei Nonni Stella e Crescenzo. Infatti presi la 600 di Giuditta ed andammo. Nel corso del racconto sulla coppia che aveva abitato il casolare, la vispa Francesca mi chiese: “Nonno Luigi, ma questi cari ora dove sono?” Alla mia risposta, sono al Cimitero, prontamente Francesca: “allora dobbiamo andare a trovarli”. Solo pochi attimi, la mia riflessione, e risposi, certo Cara. Ci rimettemmo in macchina e percorremmo la pedemontana di Spigno. Nel tragitto per Spigno Saturnia Superiore, alla vista del mare del Golfo di Gaeta, li invitai ad apprezzare il bel posto panoramico, dove, per merito dei nonni e genitori, loro ora vivono. Arrivati nell’abitato, la prima casa è di miei cugini Maria e Antonio, dissi ai due viaggiatori che non potevamo andare al cimitero senza fiori. Luigino balzò subito fuori e proprio nel giardino, dei cugini, furtivamente strappo dei fiori. Francesca subito accampò il diritto di primogenitura, e che avrebbe dovuto portarli lei.Decidemmo, di comune accordo, che Luigino, ormai prima elementare, avrebbe letto le epigrafi e Francesca avrebbe indicata la posizione genealogica nella famiglia, avrebbe posto un fiore insieme ad un bacio, a ciscuna tomba.
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Proprio in questo punto, all’ingresso, Francesca, la mano sinistra nella mia, e nell’altra i fiori, come una eroina, si girò verso di me , e con tono deciso mi sussurrò: Nonno, ma a te quando ti portano qui? Non mi persi d’animo e, immediatament, le risposi: (in Spignese) “ ma vattene a fanculo, tu, patete e mammeta” !!!! (Tradotto: Vai a quel paese tu, tuo padre e tua madre) Penso che la risposta servì per farle capire che l’aveva detta grossa. |
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![]() Stele Caduto in guerra |
Come tutte le volte che con Giuditta ci rechiamo al Cimitero, la prima visita è per la stele, all’ingresso, che i Cittadini Spignesi, posero a ricordo di un soldato ignoto caduto nella ultima guerra mondiale. Per la nostra famiglia la stele identifica, idealmente, la tomba di mio Padre Erasmo Antonio, disperso nel’eccidio di Cefalonia (Grecia) perpetrato dai nazisti, in Italia, a guerra ormai finita. L’ultima lettera di Papà, indirizzata a Mamma Francesca reca la data di agosto 1943 (io avevo giusto un anno) nella quale si raccomanda di portarmi alla fiera della Madonna del Piano (Ausonia)e di comprarmi una armonica a bocca per distrarmi. Due notazioni: 1 – L’arminica a bocca è divenuta negli anni la mia passione, ne ho ancora una piccola collezione. | |
Bisnonna Gemma |
Ci volle un poco per identificare Nonna Gemma Meta, per la mancata coincidenza con i Cocomello. Anche qui fiore e bacetto. Luigino, però, conoscendo già l’itinerario di visita, annunciò che la prossima sarebbe stata la tomba della Nonna Francesca. Seguirono le imprecazioni di lei. Infatti sosteneva che era stata lei a promuovere la visita, che la Nonna le aveva trasmesso il nome, e lei la doveva raggiungerla per prima. | |
Nonna Francesca![]() |
La lapide di Nonna Fracesca si trova in alto, per cui alzai lei sulle mie spalle, mise il fiore, e il saluto fu confidenziale:
….Nonna cara, sono io che ho deciso di venirti a trovare, ciao, ciao…… |
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ZioGuido![]() |
Zio Guido, fu facile la identificazione in quanto Cocomello: Fiore, bacio e saluto come con tutti. | |
Zii Domenico e Sophia![]() |
Ci volle molto più tempo per spiegare che lo Zio Domenico, aveva preso moglie, di nome Sophia, in Sud Africa, a Johannesburg. Dopo averlo capito, fiore e due bacetti. | |
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Sulla tomba di mio Cugino Erasmo, non rieso mai a trattenere la mia emozione. Lui è stato come un Fratello, per me, al quale era stato dato il nome storico dei Cocomello (Erasmo) come mio Padre, ed il nostro Bisnonno.Lui mi fa ricordare quando tornando da uno dei tanti viaggi, portò una bella bambola artistica, e Francesca si crucciò, non avendole portato una barby. In modo risolto le affermò, mica glielo ordinata io una bambola così..!!! | |
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Qui ci volle poco per capire che si trattava del Nonno che aveva dato il nome a me e al fratello. Quindi fiore e bacio. Ma al saluto al mio dire, rivolto a Luigino esclamai : ma al Nonno Luigi piacevono molto le donne. Immediata fu anche la risposta: “anche a me”. E pensai: meno male che buon sangue non mente. | |
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Per Nonno Crescenzo, ci volle molto per venire a capo di chi si trattasse. Fui costretto a farle capire che aveva lo stesso cognome di Nonna Franesca e che anche la sua Mamma aveva un cognome di verso da quello di suo Papà (Grande invece di Cocomello). Quindi anche a Nonno Crescanzo fiore e bacio, ricordandosi che avevo vissuto il casolare, insieme a Nonna Stella, visitato la mattina, | |
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Anche qui ci volle poco a farle capire che si trattava della Nonna di mio Padre (Clotilde a quei tempi nominativo nobiliare, insieme a Sua Figlia Elisabetta. L’abbiamo sempre chamata Sabina. Le spigai che mi aveva lasciato in Eredità la sua vecchia casa che avrei poi lasciata ad Erasmo, e in definitiva a Lei (come poi è stato) ma le precisai che il fatto che nella foto fosse tanto imbronciata era perché il padre Erasmo non aveva disboscato i tanti arbusti cresciuti intorno alla casa stessa. Al ritorno a casa face una dura reprimenda a suo Papà. Nonna Clotilde invece scomparve che io ero ragazzino ma il suo ricordo di vecchietta molto garbata è rimasto in me indelebile. | |
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Qui la visita avrebbe avuto un epilogo molto, molto interessante. Intanto la spiegazione sul nome (Vento Maria Stella) di famiglia benestente in una abitzione a Signo Superiore dalla quale io ho preso l’architrave con le iniziali del casato, lo stesso che ora è diventato il portale della nosra casa. Lei mi fece notare i bellissimi orecchini che Nonna Stella indossa nella foto.Ci fu da parte mia uno sproloquio per farla ancora di più meditare sulla bontà dell’oggetto. Le dissi che li aveva lasciati alla Nonna Giuditta. Le feci la descrizione di quando la Nonna Giuditta li indossava in momenti di festa e le dissi: ogni volta mi fa “morire” quando su gonne lunghe, capelli tirati in su, ben pettinati, con il visone black regalato da Nonna Francesca, lei mi appariva incantevole. Bastò quest descrizione perche a circa 50 metri da casa, al rientro, lei rivolta a Giuditta: “ Nonna, gli orecchini di Nonna Stella, ora dove sono??A disanza di pochi anni sono diventati di sua proprietà. |
La visita termina, come sempre, con l’omaggio al decano della Famiglia – il capostipite.
Colui che costrui, con molta lungimiranza la abitazioni nella zona pianeggiante di Spigno Saturnia.
Due distinti fabbricati. Il secondo – dove era allocato il frantoio – che Nonno Luigi assegnò poi a mio Padre. Una prima ristrutturazione e, prima della guerra, andò ad abitare con mia Madre e dove sono nato io.
Ho sempre pensato che in questa vita è sempre importante dare l’esempio ai ragazzi di visitare il cimitero dove si compie la storia dei propri Cari Defunti. Mi piace l’idea che anche questo mio ricordo sia di sprone non solo ai miei sei Nipoti, ma in generale a chi legge questo capitolo.
A conclusione di questo capitolo rendo omaggio al grande ANTONIO DE CURTIS (detto T O T O ‘) per un suo aneddoto sui defunti.
Aditoriale di Luigi Cocomello